26 Mag IL FUTURO DEL LAVORO E DELL’AMBIENTE (SDG’S)
Di Francesco Sperandini (CEO Esdigis4u)
D. Parliamo dei gol dello sviluppo sostenibile, i 17 obiettivi dettati dall’ONU. In Italia se ne inizia a parlare, però si ha molta difficoltà a capire che cosa siano e soprattutto come si mettano in pratica. Il vostro scopo è proprio quello di mettere questi obiettivi, in particolare quelli che hanno a che fare col cibo e l’energia, al centro del discorso. Come si fa?
R. Esdigis4u ha proprio la volontà di creare le condizioni per poter rendere operativi gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
È strano come si riesca a fare un discorso di così alto livello sul futuro e sull’avventura senza parlare di cibo e di energia che per me sono invece il mondo intero. Tra cibo ed energia c’è un evidente rapporto simbiotico e di corrispondenza biunivoca. Mi soffermo innanzitutto sul passaggio da cibo a energia. Tutte le statistiche sui consumi di energia del mondo avvertono che i dati non tengono in considerazione i consumi determinati dalla quotidiana attività umana. Ora, il tasso metabolico di un uomo, cioè il suo consumo energetico, in posizione di riposo è intorno ai 50 W, come una lampadina che per essere accesa deve essere alimentata da 50 W. Un lavoro fisico normale per un uomo coincide con un tasso metabolico di 100 W, che moltiplicato per le 24 ore del giorno corrisponde a un consumo di 2,4 kw/h. Se moltiplichiamo il consumo delle 24 ore per i 7 miliardi di esseri umani si parla allora di qualcosa come 910 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, un quarto dei consumi petroliferi del mondo. Da qui ci rendiamo conto di quanto sia importante il consumo energetico che viene alimentato non da una presa elettrica, come accade per qualsiasi altra apparecchiatura domestica, ma attraverso il cibo. E la quantità di cibo che permette all’uomo di consumare quell’energia è di 5 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio di biomasse, commestibili, che non possono produrre energia in altri modi.
Vediamo invece come l’energia agisce sul cibo. L’umanità 800 mila anni fa ha scoperto il fuoco e questo ha permesso all’homo erectus di sviluppare capacità distintive rispetto alle altre specie. Il fuoco ha permesso la protezione nei confronti di specie animali aggressive, il riscaldamento, e quindi il poter essere stanziale perché non erano più necessari gli spostamenti condizionati dal clima. Ha permesso, inoltre, l’accesso a cibi più variegati, aumentandone l’assimilabilità, attraverso la cottura, e prolungandone la conservazione. L’energia proveniente dal cibo ha dato delle caratteristiche distintive alla specie umana, che le hanno permesso di scalare la gerarchia evolutiva e diventare quindi la specie preminente sulla terra. L’importanza fondamentale del fuoco si evince anche dalla mitologia: Prometeo ruba il fuoco a Zeus per farne dono al genere umano, affinché questo possa progredire tecnicamente e aumentare le proprie abilità di sopravvivenza. Prometeo, amico del progresso e del genere umano, regala il fuoco. Nel mondo romano, poi, Romolo istituisce il sacro ordine delle sacerdotesse Vestali, il cui unico compito era quello di impedire che il fuoco si spegnesse.
Qual è l’impatto della pandemia di Covid-19 sul rapporto cibo-energia? Abbiamo cambiato drasticamente in questi pochi mesi i nostri comportamenti di consumo del cibo, le nostre abitudini. Montesquieu diceva che le abitudini si modificano con altre abitudini, non con le leggi. È evidente che il cambiamento si è mosso su diverse direttrici, perché, come diceva il professor Quinn, non tutti si collocano al centro della curva, ma normalmente lungo una gaussiana: c’è chi tiene un certo comportamento e chi un altro. Ad oggi registriamo il fatto che molti, avendo paura del futuro, abbassano i consumi perché sanno che domani potrebbero avere meno risorse di oggi. Ma ci sono anche situazioni nelle quali si tenta di bilanciare la riduzione dell’effetto di reddito acquistando prodotti di prezzo e qualità inferiori. Ci sono invece altre situazioni nelle quali l’effetto reddito agisce in modo positivo. Alcuni studi hanno evidenziato come in Cina nella settimana del capodanno lunare, periodo in cui di solito i cinesi vanno in vacanza, non potendolo fare hanno speso i soldi risparmiati in cibo di gratificazione. Tutti questi comportamenti sono determinati dall’attenzione verso la salubrità, perché questa situazione a rischio incide sul comportamento istintivo declinandosi in diversi modi, nel luogo dove vado a fare la spesa, nel modo in cui la faccio e in quello che compro. Prima di tutto è chiaro che starò attento alle condizioni igieniche del supermercato o del luogo in cui mi trovo, se sono state fatte o meno le opportune sanificazioni; quanto alle modalità, posso attivare il servizio di consegna a domicilio. Sebbene molte persone non fossero abituate a comprare cibo on line, abbiamo avuto impennate incredibili degli ordini in poco tempo. Dal punto di vista della qualità sto attento alla provenienza e alla freschezza: l’attenzione agli ingredienti rispecchia anche il maggior tempo che si può spendere in cucina. Tutto questo genera dei forti cambiamenti nei consumi, cambiamenti che, sebbene improvvisi, potrebbero radicarsi negli anni.
Come diceva John Fitzgerald Kennedy, la parola crisi in cinese è composta di due caratteri, uno rappresenta il pericolo e l’altro l’opportunità. Sul pericolo ci siamo, l’opportunità invece andiamola a cogliere. Soprattutto in Italia, Paese che ha fatto del cibo uno degli elementi portanti della sua presenza sui mercati esteri, c’è molto da poter offrire in termini di salubrità e qualità degli alimenti.
Due parole poi sull’energia. Ci si potrebbe aspettare moltissimo da questo settore. Attenzione però, perché con dei prezzi così bassi del petrolio, secondo me, nessun business plan di efficienza energetica starebbe in piedi. Quindi se da un lato siamo molto contenti perché gli impianti di energie rinnovabili sono resilienti e riescono a produrre grazie al fatto che il sole, il vento e l’acqua vengono messi a disposizione gratuitamente da madre natura, dall’altro i nuovi investimenti nell’energia rinnovabile, in accordo con gli obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite, oggi sono spiazzati se l’energia costa zero. Questo è estremamente pericoloso, e se vogliamo andare a cogliere quelle opportunità, bisogna porre molta attenzione a tutto il sistema, mercato-Stato-operatori.
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