26 Mag PMI E L’ACCELERAZIONE ECOSISTEMICA – IESE BUSINESS SCHOOL
Di Roberto Macciò, Custom Programs Director IESE Business School
E’ per me un gran piacere unirmi a Venture Thinking insieme al Campus Bio-Medico per presentare l’iniziativa Phoenix. Prima di descriverne le caratteristiche, vorrei dare qualche informazione sulla IESE Business School. Parte dell’Università di Navarra, è stata fondata circa 60 anni fa a Barcellona, dove ha iniziato proponendo programmi per dirigenti di azienda, quelli che chiamiamo executive education. Nel 1964, insieme ad Harvard, ha lanciato in Europa il primo MBA full time di due anni. Ha cinque campus: a Madrid e a Barcellona i due principali, un terzo a San Paolo in Brasile, e poi a New York e a Monaco di Baviera. Ha poi tre uffici minori a Varsavia, Singapore e Tokio. Il tema più interessante di questa presentazione è la mission di IESE, il perché esiste. IESE nasce per formare leader che vogliono avere un impatto positivo, duraturo e profondo nelle aziende e sulle persone con cui lavorano, sulle organizzazioni di cui fanno parte e sulla società dove operano, attraverso la professionalità e la ricerca dell’eccellenza nello spirito di servizio. Per IESE questo ha un valore fondamentale: ogni attività deve essere coerente con la mission, altrimenti sarebbe una perdita di tempo. E Phoenix è di certo coerente.
Sappiamo di trovarci di fronte a una crisi sanitaria complessa in cui la priorità è salvare vite umane. Siamo consapevoli anche del fatto che, una volta finita, dovremo affrontare una crisi economica senza precedenti. Purtroppo il virus ha bloccato sia la domanda che l’offerta e sarà molto difficile uscire fuori velocemente da questa situazione. Gli aiuti dei governi non basteranno, anche se ovviamente saranno molto importanti; per sopravvivere allora sarà necessario fare in modo che le aziende si uniscano. Phoenix si basa proprio su questa idea: creare in Italia un ecosistema di aziende basato su tre pilastri, innovazione, collaborazione e solidarietà. Infatti senza innovazione di sicuro non andremo lontano, ma ci sarà anche bisogno di operare insieme agli altri e del loro aiuto.
Quattro dati per descrivere Phoenix. 500 è il numero di piccole e medie imprese che vogliamo coinvolgere, perché pensiamo che sia un numero abbastanza consistente per avere un impatto rilevante pur rimanendo gestibile. Questi 500 partecipanti saranno, poi, organizzati in gruppi di 150 o 160. L’iniziativa avrà una prima fase, la più intensa, di sei settimane, con 80 eventi. Tra le metodologie utilizzate, solo il 20% si può considerare “tradizionale”, cioè discussione di casi, conferenze interattive e workshop; l’80%, invece, consisterà di action learning o experiencial learning. Ogni CEO, ogni direttore generale, che parteciperà all’iniziativa avrà a disposizione un mentor, una persona con esperienza di direzione generale e consulenza che lo aiuterà a strutturare un caso o il caso della propria azienda. Quindi si analizzeranno i problemi cercando di capirne le ragioni, le alternative e le opzioni. Questa sarà la prima fase.
Nella seconda fase ognuno riporterà il caso all’ecosistema e così si stimolerà attraverso metodologie interattive il feedback e l’aiuto reciproco, in modo tale che mettendo a fattor comune le esperienze ogni CEO possa dare il proprio contributo. Questo metodo non è stato inventato ora, ma è utilizzato già da diversi anni nei programmi più importanti di IESE, tra cui il Global CEO Program a cui questo si ispira.
In ultimo, questa iniziativa sarà completamente on line. Se si svolgesse in presenza avrebbe una durata di circa 18/20 giorni e un costo, proibitivo in questa situazione, di circa 18/ 20 mila euro. È stato fatto uno sforzo enorme per ridurre all’osso i costi del programma, riducendo la spesa a 4 mila euro per partecipante. Questa riduzione permette di coinvolgere il maggior numero possibile di aziende, vista la difficoltà nella quale tutti ci troviamo. Probabilmente i 4 mila euro diminuiranno ancora grazie all’aiuto di alcuni sponsor che per il momento non si possono rendere ufficiali. In questo momento diverse istituzioni e altre grandi imprese che credono nell’iniziativa stanno infatti decidendo se stanziare delle somme che permetteranno di ridurre ulteriormente questa cifra.
Da un’overview di tutte le metodologie, si può vedere che quelle tradizionali, le sessioni plenarie, sono solo il 20% e saranno svolte in inglese; dunque è importante averne almeno una minima padronanza. Il restante 80% invece sarà gestito in italiano. Vi saranno poi, come detto prima, attività esperienziali e di action learning.
Gli altri partner dietro Venture Thinking sono eFM, specialista in employee engagement e fondatrice dell’iniziativa, e Campus Bio-Medico di Roma, in quanto università e specialista di ecosistemi sociali. Come IESE siamo contenti di partecipare con la nostra esperienza, dal momento che, secondo il Financial Times, siamo il numero uno nei ranking dell’executive education da 5 anni. È sempre vero che la differenza tra una scuola e l’altra nelle prime dieci posizioni è minima, ma l’importante è che siamo disponibili a mettere a fattor comune tutto quello che abbiamo imparato lavorando con numerose istituzioni e aziende a livello internazionale e a fare del nostro meglio con Phoenix.
Termino con un appello. Se sei un CEO di una piccola o media impresa, se vuoi accelerare la ripresa della tua azienda, far parte di questo ecosistema, acquisire nuove conoscenze, sviluppare le tue capacità, imparare dagli altri, aiutare e mettere a fattor comune le tue esperienze e le tue conoscenze, per favore contattaci. L’indirizzo della pagina web dedicata all’iniziativa è www.iese.edu/phoenix.
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